Nel Piccolo Tibet la stagione invernale è da poco iniziata e gli amanti degli sport invernali sono tornati a divertirsi sugli oltre 115km di piste della località, scegliendo tra sci, snowboard, ciaspole e molto altro ancora… Ma per chi non si accontenta delle proposte più classiche, Livigno propone sei attività che permettono di vivere appieno la Ski Area, in grado di soddisfare ogni interesse, dal food allo sport, fino alla musica e alla cultura.
Esplorare gli angoli innevati più nascosti del Piccolo Tibet non è mai stato così divertente grazie alla nuova edizione di Win the Wonder, il concorso aperto a tutti che fino al 1. maggio 2022 premia la curiosità: in palio skipass, settimane bianche, weekend a Livigno e tanti ricchi premi da parte degli sponsor della località: Brooks, Garmin, Kask e Koo, Pinarello e Pro Action.
La miglior versione di sé appare sempre riflessa negli altri, nelle loro qualità e nelle loro idee. Mondi paralleli, cambiati dal tempo, e resi differenti dalla vita, che prima o poi si sfiorano, e disegnano parabole comuni.
Almeno per un po’.
La prima volta in cui sono stati “gli altri” a tirar fuori la passione, la grinta e l’agonismo che sono in me, ero soltanto una bambina.
Nel freddo dell’inverno livignasco, il mio papà aveva deciso di farmi provare lo sci di fondo. A me che ero una discesista, e che mi sentivo una discesista. A quei tempi non c’era l’ampia scelta che c’è oggi e fare sport, in inverno, significava sciare oppure pattinare, nient’altro. Il corso a cui sono stata iscritta era di quelli organizzati dalla scuola, e se fosse stato per me, una lezione sarebbe già bastata e avanzata.
È stata devastante. Non solo era faticoso in senso assoluto ma, per me, era anche più faticoso degli altri, che sembravano scivolare leggeri sulla punta della neve.
Ultima, in fondo, staccata da tutti: sono tornata a casa ben convinta a non rifarlo mai più.
Ma i miei genitori avevano già pagato tutto il pacchetto di lezioni e quindi, quegli sci strani, stretti e con il tallone staccato, io, avrei dovuto metterli di nuovo. E così, è stato il gruppo a trascinarmi, risvegliando qualcosa che era già mio, anche se ancora non lo sapevo. Non volevo essere lontana dai migliori, arrancante nelle retrovie.
Volevo arrivare, raggiungere i primi.
E sciare con loro.
Giorno dopo giorno, mi hanno fatto innamorare dello sci di fondo, facendomi vedere che anche dentro la fatica il gioco esiste, esiste eccome. Creavamo percorsi, sfide, ci lanciavamo la palla, il tutto con gli sci saldi ai piedi, che sono diventati un prolungamento del mio corpo.
La seconda volta in cui mi sono specchiata dentro qualcuno, per scoprire qualcosa di me, è stato giusto qualche anno più tardi, quando mi sono dovuta trasferire per frequentare le superiori. A chi non conosce la montagna potrebbe anche sembrare strano, ma spesso a queste latitudini, tra tornanti e passi da scalare, le distanze vanno moltiplicate per due.
Quando sono arrivata in collegio, anche se in linea d’aria non ero poi tanto lontana da casa, tutto era distante, a partire dalla mia squadra di sci.
I ragazzi e le ragazze che mi avevano contagiato con la passione per il fondo, non c’erano più, e ho dovuto ricominciare tutto da capo. Ho pensato di smettere, come mi sarebbe capitato altre volte in carriera, ma per fortuna non l’ho fatto, come tutte le altre volte in carriera, a parte l’ultima.
A guidare la nuova squadra c’era un allenatore burbero e severo, di cui all’inizio non vedevo altro che gli spigoli. Ero un’adolescente timida, sempre sulle sue, che soltanto nell’agonismo riusciva ad esprimere compiutamente il proprio carattere.
E quella figura autoritaria mi incuteva timore.
Poi, ho iniziato a vedere riflesso in lui il mio stesso fuoco e la mia stessa voglia di arrivare. Ogni allenamento lo capivo un po’ di più, e altrettanto faceva lui, finché non abbiamo riconosciuto di avere lo stesso pensiero e siamo diventati inseparabili. È stata la mia pulce nell’orecchio, il mio mentore e la mia guida dai 14 anni fino a quando ho smesso di sciare, e ogni qual volta ho avuto un dubbio o una difficoltà, quattro passi insieme hanno sempre risolto tutto.