Livigno Old Blog

Perchè nel lago di Livigno non c'è acqua?

Scritto da Alice Martinelli | 19 luglio 2021


Siamo abituati a vederlo lì, lungo lungo, la sua superficie verde azzurra increspata dal vento, circondato dai larici.

Gli abbiamo fatto centinaia di foto da migliaia di angolazioni diverse, sulla sua riva e in cima alle montagne, e poi video, passeggiate, giri in bicicletta, picnic allegri sotto il sole di luglio. Lui era sempre lì, a volte un po’ più basso e con la riva ricoperta di erba verdissima, a volte così stracolmo d’acqua che ti chiedevi come potesse starcene ancora.

Quest’anno no, quest’anno l’acqua si fa fatica a vederla: per scorgerla bisogna spingersi oltre la metà della lunghissima valle e arrivare fin dove non c’è più prato, solo sassi e lingue di fitto bosco.

Che fine ha fatto il lago?

Per scoprirlo, bisogna conoscere la sua origine.

Di solito, dove c’è un lago c’è un fiume che lo alimenta. Nel caso di Livigno è lo Spöl (un tempo chiamato Aqua Granda), che ha la particolarità di avere le sorgenti in Italia, nella zona del Monte Vago, e di continuare la sua lunghissima corsa in Svizzera, gettandosi nell’Inn. Il nome Spöl è stato dato dagli Svizzeri, e il suo significato deriva probabilmente da “cane rabbioso”: la potenza delle sue acque ha da sempre impressionato chi lo vedeva.

Nei primi decenni del XX secolo si è appunto cominciato a pensare che la forza dell’acqua potesse essere estremamente utile per la produzione di energia elettrica: un po’ in tutte le Alpi (pensate a Resia, ai vicini Laghi di Cancano, al Vajont, allo Spluga) vennero realizzati progetti, ipotesi, firmati trattati e quindi realizzate dighe di sbarramento e canali di alimentazione, a seguito di cui molte valli vennero trasformate in bacini artificiali.

A Livigno accadde la stessa cosa: infatti, se si prosegue ancora lungo la strada che porta verso il confine svizzero, si incontra una diga.

Realizzata dal 1963 al 1968 dalla società svizzera Engandiner Kraftwerker AG a seguito di accordi internazionali tra Svizzera e Italia, la diga di Livigno è una gigantesca muraglia di cemento armato che disegna una lunga curva nel mezzo della valle, lunga 540m e alta 130m.


Foto scattata durante la costruzione della Diga di Livigno, tra gli anni 1963 e 1968.

È lei che, con la sua schiena ad arco, sbarra il viaggio delle acque dei fiumi e crea così, anno dopo anno, il lago di Livigno: un’immensa riserva energetica che, a pieno regime, contiene fino a 165 milioni di metri cubi di acqua (in parte proveniente anche da altri torrenti svizzeri, pompata dalla centrale engadinese di Ova Spin, a pochi chilometri di distanza). Altra parte di acqua proveniente da Livigno, per la precisione 90 milioni di metri cubi, va a finire nelle acque della diga di Cancano. L’energia scaturita da questa incredibile quantità d’acqua viene utilizzata in gran parte dalla zona del Canton Grigione e poi venduta in tutta Europa persino in Italia.


Prima che fosse costruita la diga e che il livello dell’acqua iniziasse a crescere, c’erano prati, pascoli, strade e ponticelli, soprattutto nella parte più a sud, nel fondovalle tra l’imbocco della Val Viera e la Val di Tort,. C’erano case di legno e pietra, una chiesetta, un forno per la produzione della calce. C’era la strada che portava in Svizzera, una mulattiera molto frequentata.

Di tutto questo ora rimangono solo fotografie in bianco e nero (raccolte in uno splendido volume fotografico chiamato “C’era una volta…” consultabile presso il MUS! e in biblioteca civica), tanti ricordi e qualche pietra che si scorge quando l’acqua del lago è molto bassa, come in questo periodo.
Foto scattata in zona Ponte delle Capre/Alpisella. Le case sono state rimosse per fare spazio alle acque della diga di Livigno. 

E qui torna la nostra domanda: che fine ha fatto il lago quest’anno?

Dovete sapere che l’uso e consumo dell’acqua dei bacini artificiali non è sempre costante. Ci sono periodi in cui c’è molta più richiesta di energia, soprattutto quando le condizioni atmosferiche sfavorevoli (inverni lunghi, freddi e nevosi, come quello appena trascorso) non permettono di ottenere elettricità sufficiente attraverso i pannelli fotovoltaici o l’eolico: in questi casi, nasce il bisogno di utilizzare maggiori quantità d’acqua per produrre energia.

Ecco spiegato come mai quest’anno il lago è così in secca: le sue acque sono state sfruttate più del solito, dato il rigido inverno appena trascorso.

Ma non preoccupatevi: con il passare dei giorni, vi accorgerete che il livello dell’acqua si alza pian piano, e presto tornerà a lambire le sponde verdissime. Per il momento, godetevi il paesaggio inconsueto e magari approfittatene per fare due passi sul fondo del lago, dove prima c’erano le abitazioni: decisamente un’esperienza fuori dal comune!


 

Se siete interessati ad approfondire l’argomento, presso il Mus! Il Museo di Livigno e Trepalle potete trovare molte informazioni storiche al riguardo.

Esiste inoltre la possibilità di effettuare delle visite guidate all’interno della diga, durante la quale ne viene spiegato il funzionamento e si scoprono moltissime cose interessanti, fai click QUI per avere maggiori informazioni.